La grande scoperta
Una volta, un re lanciò in tutto il suo regno, per mezzo della radio, questo annuncio: “quello, che tra i miei sudditi, che farà la scoperta più utile, avrà in premio una corona d’alloro, con le bacche d’oro, una medaglia d’oro grande come un piatto, un sacco di monete d’oro e, dopo morto un monumento d’oro massiccio”.
Questo annuncio fece l’effetto di una torta, caduta dal cielo nel cortile di una scuola, durante l’ora della ricreazione. Che si burla? Un monumento col piedistallo, la statua e la cancellata d’oro massiccio!
I sudditi del re si misero tutti a studiare, giorno e notte, per trovare questa benedetta scoperta, e il regno si trasformò in un immenso laboratorio, dove si lambiccavano i cervelli di tutte le razze. Non si sentiva che un gran sfogliare di libri e scricchiolare di penne. Quanti quaderni e quante lavagne riempiti di calcoli! Quanti esperimenti! Quanti disegni! Quanti modelli! Quante speranze! Quanti sogni!
Il giorno fissato per la presentazione dei progetti, il palazzo del re brulicava di scienziati, professori, ingegneri, artigiani, industriali, operai, studenti, chi con un librone sotto il braccio, chi con un rotolo di disegni, chi con un modello. Il re entrò nella sala, s’assise sul trono, e poi cominciò la sfilata degli inventori, ciascuno dei quali esaltava la propria scoperta, e sosteneva che, il monumento toccava a lui. Le invenzioni più strampalate passarono sotto gli occhi del re e dei suoi consiglieri: un aeroplano per volare sulla luna; un apparecchio per drizzare le gambe ai cani; un cannocchiale per avvicinare gli oggetti, e abolire, così, le distanze; un vaglio per attingere l’acqua; un’automobile che stava in una valigia; un paniere per farvi la zuppa; un meccanismo per sfondare le porte aperte; una macchinetta per fare entrare nella testa ogni sorta di cognizioni senza bisogno di scartabellar i libri; una rete per pigliare il vento; un trapano per fare i buchi nell’acqua; Un pallone di calcio, con un meccanismo interno che lo guidava infallibilmente nella rete; Un metodo per insegnar a volare agli uccelli, e un alto per insegnar a nuotare ai pesci; una macchina per estrarre la carne dall’erba, senza passare per il tramite del bue; delle mattonelle per lastricar il mare; un sacco per insaccare la nebbia, ecc., ecc.
C’era, si, fra tante qualche innovazione sensata, ma quante non avevano ne’ capo ne’ coda! Insegnar a nuotare ai pesci! Ah! Ah! E quell’altra testa fina che voleva far stare un’automobile in una valigia! Ah! Ah! Ah!
Quando tutti gli inventori ebbero finito di sfilare davanti al re, venne avanti, con passo incerto, un contadino, ch’era stato tutto quel tempo, in un angolo, vergognoso, senza che
nessuno gli badasse. Recava un fascio di spighe. Giunto davanti al re, gli fece un grande inchino, poi tolse dal fascio una pianta di frumento e gliela porse dicendo: maestà ecco la mia scoperta: una pianta di frumento con due spighe, al posto di una. Il re la esaminò attentamente, e poi disse al contadino:
Bravo! Ecco la scoperta più utile che sia stata fatta. Il premio tocca a te.
E così il contadino ebbe la corona d’alloro con le bacche d’oro, la medaglia d’oro, il sacco di monete d’oro, e il monumento d’oro, dov’era rappresentato con in mano la pianta con due spighe.