La battaglia degli esami
In giugno, comincia la battaglia degli esami. Da una parte gli scolari, dall’altra, il nemico che comprende l’aritmetica, l’italiano, le scienze, la storia, la geografia, il disegno, ecc.
La battaglia ha due fasi: nella prima tirano i cannoni scritti, e nella seconda i cannoni orali.
I cannoni degli scolari lanciano degli spropositi d’ogni calibro: dai due ai sei.
Certi cannoni d’aritmetica, per esempio, sono capaci di lanciare a una grande distanza 2+2=5, ch’è uno sproposito calibro 3, Dalla bocca del cannone d’italiano esce una lingua di fuoco e un fumo acre, prodotto dalle sgrammaticature.
Vi sono dei cannoni di prima classe, che sparano, come se niente fosse l’Itaglia colla g.
Il nemico risponde con delle grosse palle di piombo, che scoppiano in mille pezzi, lanciando in tutte le parti dei punti che fanno strage. Allora, cari ragazzi, la battaglia pare un’ inferno: nell’aria infuocata si incrociano i temi e i problemi con gli svolgimenti e le soluzioni, le interrogazioni con le risposte, tra il fumo e i lampi, e i fischi dei “cinque”, gli schianti dei “quattro”, il rombo dei “tre”, il tuono dei “due”, gli urli degli “uno”, e i boati degli “zeri”.
Quando gli scolari, invece, colpiscono nel segno, e sparano 2+2=4, e Italia senza la g, il nemico risponde a salve, coi cannoni del calibro dal 6 al 10.
Nell’artiglieria nemica, l’arma più micidiale è il cannone dell’aritmetica, con quattro bocche, che corrispondono alle quattro operazioni, ed è capace di ridurre un ragazzo in frazioni.
Un’altra arma terribile è il cannone a ripetizione, così chiamato perché. Con una cannonata, fa ripetere gli esami a migliaia di ragazzi.
Il rimbombo che produce lo sparo è così forte, che si sente dal Giugno all’Ottobre.